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Carenze e disfunzioni organizzative nelle Camere Penali

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Dalle Camere Penali territoriali di Lucca, Trieste, Bologna, Tivoli, Enna, Gela, Caltanissetta, Benevento, Viterbo, Santa Maria Capua Vetere, Marsala, Vicenza, Taranto, Rimini, arrivano continue e preoccupanti prese di posizione di denuncia di carenze e disfunzioni organizzative. Lo segnala l’Unione delle camere penali italiane (Ucpi).
"Carenza di personale amministrativo e quindi difficoltà di accesso agli atti e agli adempimenti necessari – lamentano i penalisti – carenze di organico di magistrati per cui le udienze risultano sovraccariche, con orari che si dilatano fino al tardo pomeriggio e alla sera, tutto ciò mentre si continua a dislocare fuori ruolo un numero rilevante di magistrati; continua contrazione della fase istruttoria dibattimentale; liquidazione in tempi biblici dei minimi compensi per le difese d’ufficio e il patrocinio a spese dello Stato; finanche le condizioni materiali in cui talora i processi si svolgono: dalla assenza della trascrizione stenotipica fino alla assenza di impianti di condizionamento".
“Per queste carenze e disfunzioni, prosegue l’Ucpi, si è soliti parlare di ‘giustizia al collasso’ e certo esse colpiscono non solo i difensori, ma tutti gli operatori del processo. Ma, ad uno sguardo più attento, riguardano soprattutto il difensore e la sua funzione: è sempre questa che, in concreto, viene mortificata da ciascuna situazione di disorganizzazione e deficit (di uomini e mezzi) e dalle scelte conseguenti".