POLITICA
Pedaggi sui tratti Anas, discussione in Commissione Ambiente

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Il governo fa retromarcia sui pedaggi sulle tratte a diretta gestione Anas: l’esecutivo ha infatti accolto una serie di ordini del giorno presentati da vari gruppi e singoli parlamentari, che escludono in parte o del tutto il pedaggiamento delle strade Anas.
Il primo ordine del giorno accolto dal sottosegretario Alberto Giorgetti è stato quello del Pd, che impegna il governo “a recedere definitivamente dall’improvvida decisione di assoggettare a pedaggio le autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta di Anas spa” e a destinare all’azienda, come fonte di approvvigionamento, il 50% degli introiti delle multe da autovelox, come previsto dal codice della strada (la cosiddetta legge Valducci).
Analogo il dispositivo di un testo del Pdl, prima firmataria Barbara Saltamartini, mentre una altro ordine del giorno di Vincenzo Gibiino (Pdl) è più cauto, perché invita l’esecutivo ad escludere dal pedaggiamento i pendolari e i residenti laddove le strade da pedaggiare hanno un ruolo per la mobilità urbana (come il Gra a Roma).
Poi sono stati accolti diversi ordini del giorno che escludono il pedaggiamento di singole tratte: uno dell’Udc riguardava il Gra e la Roma-Fiumicino; uno di Giampiero Bocci (Pd) la Perugia-Bettolle; uno di Alessandra Siragusa (Pd) le tratte siciliane.
Un ulteriore capitolo del “giallo” ci sarà oggi pomeriggio. Infatti la commissione Ambiente della Camera voterà una mozione del Pd che esclude i pedaggi dai 1.300 chilometri di strade a diretta gestione Anas, testo su cui il governo, attraverso il viceministro Roberto Castelli, aveva espresso parere negativo. In quella occasione Castelli aveva annunciato che l’esecutivo intendeva andare avanti con i pedaggi, come d’altra parte prevede la manovra del 2010.