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CULTURA

‘Rumore di fondo’, invitato Gaetano Cantone

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In un momento estremamente difficile per la vita culturale del nostro paese la galleria partenopea “IL RAMO D’ORO” ha chiesto a tutti gli artisti di cui ha opere in collezione di esprimere un proprio manifesto artistico in un’opera di piccolo formato. Oltre 60 autori da quattro continenti hanno aderito esprimendo così il RUMORE DI FONDO dell’arte contemporanea.
Questi gli artisti invitati:Tiziana Baracchi, Ivone Bencomo, Bruno Bruno, Orlando Campos, Gaetano Cantone, Maurizio Capuano, Alma Carrano, Belinda Casanova, Michele Cazzani, Akachukwu Chukwuemeka, Maria Pia Daidone, Michele D’Alterio, Guido Della Giovanna, Ines De Veer, Arnoldo Diaz, Mario D’Imperio, Gianfranco Erbani, Felice Garofano, Vidalia Gonzalez, Amalia Guerrero, Karl Friederich Hacker, Ute Illig, Franco Iuliano, Giuseppe Antonello Leone, Franco Lista, Milagro Marambio, Setyo Mardiyantoro, Miguel Marsan,Hiroshi Matsumoto, Marilena Mercogliano, Adriana Montariello, Vincenzo Montella,Linda Morales,Renata Pagano, Dejan Pejovic, Raúl Felipe Peñalver, Pablo Perez, Ana Teresa Pesce, Yogendra Kumar Purohit, Rita Ragni, Hugo Rivero, Miguel Rivero, Michele Roccotelli, Alma Sauro, Freddy Simoza, Pablo Sinai, Sangeeta Singh, Marco Sodaro, Tamara Sorkin,Salvatore Starace, Robert Stockton, Carlos Triana, Edgar Vegas, Rino Vellecco, Ena Villani, Max Yawney, Jinleng Yeoh, Maria Dina Zanfardino.
L’inaugurazione è prevista il 7 maggio alle ore 18 e la mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il giovedì dalle 16 alle 20 fino al 22/5/2011.
GAETANO CANTONE è presente con l’opera “Ars mea”, tecnica mista su carta, cm. 20X20.

***
 

Sopra l’opra mia et altre cogitazioni.
Le ‘cose’ coesistono, come coesistono le persone, gli alberi, gli animali. Coesistono le idee di pace con quelle di violenza, la bellezza prova a negare la laidezza, la vita combatte la morte e non sempre vi riesce. La memoria convive con la dimenticanza e, ciò nonostante, quest’inesausta lotta ci consente di poter possedere tracce del passato ed ipotesi del futuro nel nostro presente, assieme al presente. L’arte può mai esimersi da tutto questo? Ritengo importante far fluidificare nel proprio linguaggio non solo le permanenze ‘formali’ ma anche usare consapevolmente quelle iconografiche, appartenenti alla storia delle discipline dell’arte, non per un darwinismo coatto e sterile bensì per la messa a punto di un linguaggio che da sempre si misura con la realtà e, al tempo stesso, con la sua interpretazione. Il Mito e la Storia possiedono inespresse virtù, inquiete nel loro lungo tragitto dell’identitario verso il proprio accertamento: non vorrei mettere la ‘damnatio memoriae’ dinanzi al lavoro creativo, espungere
parti di me stesso a favore di altre. Ciascun essere umano, ciascun creativo, è frutto d’una complessa interazionedi idee, di emozioni, di pensieri che accolgono e di pensieri che respingono: un insieme di pulsioni vitali o negative; ciascuno reca tracce di ‘ìmelanconia’ e di magnifica capacità progettuale. Per tali assunti, non tendo a considerare  che non sia possibile líopera senza il suo intero: mente, corpo, ‘cuore’ consentono al ‘fabbriciere’ (le retoriche ‘viscere’ come strumento dell’artista enunciano spesso soltanto l’assenza di sinapsi) di rivendicare alla realtà il proprio lavoro, a porlo (o a gettarlo) nella realtà ed entrare così nelle innumerevoli relazioni ipotizzabili con il mondo. L’arte tornerebbe a far parte della conoscenza e dei saperi che vi sono connessi. Hanno agito negli anni recenti, nel mio lavoro, il mito dalla Mater/Venus e l’iconografia realizzata con il Corpus Angelorum. La Mater che si tramuta in Venus riannoda l’Edipo al suo inveramento; l’Angelo incappucciato, stretto da corde e vilipeso rimanda alla bellezza sottratta e che la nostra contemporaneità non riesce più a perseguire. L’erranza interrogativa sostiene la mia ricerca: mi pare d’essere sempre sull’orlo dei passaggi (catartici o consolatori fino al pacificante abaco di stampo illuminista) tra continuità e fratture, tra legami e abbandoni, tra monumenti e frammenti.
Gaetano Cantone
Febbraio 2011 (dal catalogo)

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