POLITICA
La perdita del valore ‘locale’

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Le elezioni amministrative sembrano talora essere portatrici di disvalori piuttosto che di proposte tese a valorizzare le peculiarità delle comunità locali attraverso il virtuoso corto circuito di buona amministrazione ed interesse della collettività, nella ordinaria logica delle diversità politiche (cioè di idee diverse per raggiungere l’obiettivo), che dovrebbero appunto motivare ventagli così ampi di candidati e candidature alle cariche istituzionali.
Invece l’aspetto ‘locale’ ne viene fuori sminuito perché ridimensiona il respiro politico della proposta. Scorriamo l’elenco dei candidati alla carica di sindaco in lizza a maggio. In provincia non c’è una novità (o quasi), la carica di sindaco appare un diritto acquisito per gli uscenti, quando non impedito dal vincolo del doppio mandato, che comunque viene aggirato con l’elezione a consigliere per uno stand-by di un quinquennio. Nessun comune, in buona sostanza, volta pagina: fra continuità amministrative (promozioni di vice o assessori, contiguità familiari, riesumazioni datate il quadro si mostra nella sua opacità sconfortante.
Vale naturalmente anche per Benevento dove nessuno dei candidati sindaco è una novità, vantando tutti esperienze politiche pluriennali. Si dirà: sono necessarie. Forse.
Oggi è solo il tempo di scorrere i nomi, è vero, farsi un’idea, ma il tratto politico di alcune vicende va pur sempre segnalato, proprio perché fanno del ‘local’ non il valore aggiunto che ci si può aspettare, ma un confine da non valicare perché non ci si possa affacciare all’esterno guardando con disincanto alcune palesi contraddizioni.
Pochi esempi, perché quelli cittadini sono ancora negli occhi e nelle discussioni i tutti.
A San Giorgio del Sannio va in frantumi l’asse Pd-Api (Ricci-Genito), che invece nella città capoluogo è posizionato dalla medesima parte. Ad Airola, ancor più incredibile, delusi dalla mancata investitura a numero uno, nomi storici dell’attuale Pd se ne vanno in una civica che abbraccia parte del centrodestra (Mino Izzo), guidata, per restare in tema di ambizioni – da un ex assessore del centrosinistra uscente che è addirittura segretario provinciale dell’Api (Marsicano) che appoggia il centrosinistra nella città capoluogo: scioglilingua a parte, i rutelliani fanno evidentemente del valore locale un elemento che sfugge ad ogni possibile valutazione. A San Nicola Manfredi si riprofila Fernando Errico, ma soprattutto un collegamento stretto (medesima lista) Pdl-Pd che troviamo anche altrove (come Solopaca o Paduli).
Nomi storicamente “nuovi” a Pietrelcina, Ginestra, Castelpoto, San Lorenzello, Foglianise, Casalduni, Foiano, Castelvetere). Ma, a scavare, ogni cittadino dei comuni in cui si vota sarebbe in grado di far emergere contraddizioni, quindi il disorientamento, e la politica locale così concepita si allontana sempre più dalla sua specificità: serbatoio di uomini e culla di idee.