Sindacati
Depistaggio: ”Il nostro tempo è qui e comincia adesso”

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”Il nostro tempo è qui e comincia adesso”. Con queste parole, per domani 9 aprile, i lavoratori precari hanno indetto una grande giornata di mobilitazione nazionale per il lavoro e la continuità di reddito Ed in un comunicato del Csa Depistaggio (che aderisce all’appuntamento) si legge tutta la rabbia per la situazione che gran parte dei lavoratori vive. Questo il contenuto della nota:
“Oggi la precarietà del lavoro e delle condizioni di lavoro – che poi significa precarietà dell’esistenza di ciascuno di noi – costituisce, di fatto, una condizione comune ad una porzione significativa del corpo sociale dei lavoratori e delle lavoratrici, giovani e meno giovani.
Avere un co.co.co, un co.co.pro, un qualunque contratto a termine, un contratto di lavoro occasionale o di apprendistato, in un Paese dove la disoccupazione giovanile è al 30 %, sembra essere quasi una fortuna.
Ma non è così.
Dietro l’angolo c’è la lunga mano grigia di un sistema padronale che spinge verso un ri-disciplinamento delle regole e delle condizioni di lavoro, con l’intento, più o meno palese, di far diventare il lavoratore come un atomo, isolato dagli altri lavoratori ed in conflitto con essi, in modo da ridurre al minimo la sua forza contrattuale ed aumentare il grado di ricattabilità: “o lavori come dico io; oppure non lavori”.
In altre parole, c’è in atto la realizzazione di un disegno strategico culturalmente regressivo che, con il pieno appoggio del Governo Berlusconi, mira a ridisegnare il sistema dei diritti dei lavoratori e delle libertà sindacali.
Il famigerato e terribile modello Marchionne, infatti, mira ad annullare il Contratto nazionale di lavoro, con l’introduzione degli accordi separati e della contrattazione individuale; e mira ad aumentare la produttività a discapito delle condizioni di lavoro che, invece, peggiorano nettamente per effetto di misure che incidono sugli straordinari e sui ritmi di lavoro, che aumentano vertiginosamente.Le scelte compiute dalla Fiat per gli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano costituiscono un attacco antidemocratico e senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali nel nostro Paese: ricattare i lavoratori attraverso il referendum a Mirafiori, spingendoli alla divisione ed annullare il contratto collettivo a Pomigliano, di fatto, rendono il lavoratore uno schiavo.
Questo nefasto e scellerato disegno politico trova agganci nella riforma dell’università (cd Riforma Gelmini) e nella riforma del diritto del lavoro (cd Collegato al Lavoro): in particolare, la riforma del ministro Gelmini taglia i finanziamenti alla scuola pubblica e ristruttura l’università statale eliminando corsi e togliendo borse per lo studio e per la ricerca scientifica; esattamente il contrario di quanto accade in altri Paesi dell’Unione Europea (la Germania, ad esempio) dove, invece, si è aumentata la spesa pubblica per l’educazione e l’istruzione.
In questo scenario nazionale e considerando anche lo stato dell’occupazione a Benevento e provincia – la crisi del polo tessile ed il fallimento di gran parte della programmazione negoziata per lo sviluppo locale – abbiamo accolto con gran favore l’iniziativa della CGIL e, perciò, comunichiamo la nostra adesione alla manifestazione di sabato 9 aprile”.