Sindacati
‘Tante delibere sul filo di lana…’

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Gli ultimi, “corposi”, atti dell’ex manager dell’azienda ospedaliera Rummo di Benevento, Rosario Lanzetta, sono finiti sotto la lente dei tre sindacati Fsi, Fials ed Usb, pronti nel rilevare che “in 45 giorni, dal 1° gennaio e fino al 14 febbraio, (Lanzetta, ndr) ha adottato 173 delibere, alcune chiaramente non di ordinaria amministrazione e senza riportare in esse motivazioni circa i motivi di urgenza ed indifferibilità che avrebbero dovuto essere alla base dell’adozione in regime di prorogatio”. E’ quanto ffermano in una nota congiunta le parti sociali, continuando: “ La norma prevede che gli atti adottati senza il rispetto della norma siano nulli. Tra queste delibere ci sono anche comandi e trasferimenti di personale, non solo regionali, ma anche extra regionali. Guarda caso fino a quando non era vigente il Piano di Rientro in modo così stringente questa stessa Amministrazione non ha mai voluto accettare richieste di trasferimento oggi invece tutto è possibile. Noi ci siamo opposti perché in ottemperanza delle disposizioni regionali i fondi sono prima stati ridotti e poi bloccati, quindi consentire ad altri l’ingresso in Azienda (a qualsiasi titolo, trasferimento, comando, e così via) comporta una riduzione delle disponibilità di ognuno.
La riduzione dei fondi comporterà (mediamente) 700 euro in meno per ogni dipendente del comparto.
E’ il caso di segnalare, che l’ultimo giorno Lanzetta ha adottato 40 delibere, tra queste abbiamo notato in particolare il trasferimento di un medico dall’Azienda sanitaria locale di Taranto.
Abbiamo notato che sull’atto mancano le firme del direttore sanitario e amministrativo.
Lo scorso 14 febbraio il direttore generale Lanzetta ha inviato una lettera di ringraziamento, pubblicata anche sul sito aziendale, dicendo che il "Rummo" è oggi una delle migliori realtà della sanità campana”.
“A dire il vero – concludono i sindacati -, il "Rummo", grazie agli sforzi di altri in passato, era una delle migliori realtà della sanità campana, che vantava tante unità operative (tutte di qualità), ma soprattutto dotate del giusto rapporto di personale necessario a garantire una corretta assistenza ospedaliera. Durante la sua gestione sono state chiuse unità operative, sono stati ridotti i posti letto, il personale è diminuito, i fondi a disposizione sono stati decurtati, però sono stati attivati contratti atipici soprattutto per le figure dirigenziali, con grave danno per la stabilizzazione dei rapporti, e come se non bastasse gli stipendi erogati sono i più bassi a livello regionale".