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Il Comune di Melizzano intitola la sala convegni a Peppino Impastato, ucciso per mano della mafia

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Il Comune di Melizzano celebra la figura di Peppino Impastato. Domani, martedì 18 gennaio 2011, alle ore 16,30, si terrà la cerimonia d’intitolazione della sala convegni al politico e giornalista a trent’anni dalla sua uccisione da parte della mafia. Alla manifestazione, promossa dall’Amministrazione Comunale, parteciperà Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che domani sarà a Benevento anche per partecipare a un convegno con le scuole organizzato dalla Provincia presso il Teatro De Simone. Interverranno anche Giuseppe Bozzi, presidente del Consiglio Comunale di Melizzano; Rossano Insogna, sindaco di Melizzano; Amleto Frosi, referente dell’associazione “Libera”; Giovanni Bozzi, assessore della Provincia di Benevento; Franco Malvano, commissario antiracket della Regione Campania; Giuseppe Maddalena, procuratore della Repubblica di Benevento.
Confermata anche la presenza del colonnello Antonio Carideo, comandante del Comando Provinciale dei Carabinieri di Benevento.
Nel presentare l’appuntamento di domani, il sindaco Insogna ha sottolineato che l’intitolazione della sala convegni rappresenta un atto dovuto a seguito dell’impegno preso nel settembre 2009 allorquando il sindaco leghista di Ponteranica, Cristiano Aldegani, rimosse dalla biblioteca comunale la targa, messa appena un anno prima, dedicata proprio alla memoria di Peppino Impastato, vittima della mafia.
“Il Comune di Melizzano, insieme al Forum Giovani e alle associazioni locali, vuole tenere alta la memoria di un testimone della legalità e dell’impegno civile – ha dichiarato il primo cittadino -. Si tratta di gesti simbolici che significano la nostra vicinanza alle tante persone che, a vari livelli e secondo le proprie responsabilità, si battono ogni giorno nel silenzio perché la criminalità possa essere sconfitta definitivamente. L’augurio è che non si ripetano più gesti come quello compiuto dal sindaco di Ponteranica in quanto abbiamo la necessità di stroncare il clima di intolleranza e delegittimazione che investe chi combatte la mafia che non può essere ormai confinato a fenomeno delle regioni del Sud d’Italia ma va considerato in una portata molto più ampia come dimostrano le recenti inchieste della magistratura”.

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