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Centro di accoglienza di San Lupo, annullato l’appalto a Connecting People

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Da oltre otto mesi il Comune di San Lupo ospita rifugiati eritrei, per un progetto innovativo e sperimentale di integrazione. Da allora la gestione del Centro di Accoglienza è stato tutt’altro che esemplare. Le lamentele degli eritrei per i servizi e le attività previste dal progetto (dall’insegnamento della lingua italiana all’assistenza psicologica, dalla mediazione culturale alla formazione professionale on the job) che sono stati erogati ben al di sotto delle necessità e che in molti casi non sono mai partiti, si sono trasformate presto in vere e proprie proteste, con lunghi scioperi della fame e una vera e propria occupazione del Centro, risolta solo con l’intervento della forza pubblica. Intanto dei 34 rifugiati arrivati ben 5 o 6 sono già andati via in cerca di quei servizi mai o non sufficientemente erogati, nonostante un finanziamento record di oltre due milioni di euro in due anni.

“Alle preoccupazione degli eritrei fa eco quella della società civile e della cittadinanza che aveva accolto con entusiasmo questo progetto – spiega Grazia Fasano, presidente di Legambiente Valle Telesina –, esprimiamo una forte preoccupazione che questa potenziale grande occasione si trasformi in un incubo per questo prezioso Piccolo Comune”.

A conferma di queste preoccupazioni e di quest’inizio tutt’altro che positivo del progetto, si aggiunge la sentenza del Consiglio di Stato, che ha convalidato la precedente sentenza del TAR del Lazio a seguito di un ricorso presentato da Legambiente (arrivata seconda nell’aggiudicazione del bando), che annulla l’affidamento a Connecting People per la gestione del progetto.

“Confidiamo che, proprio dopo questa sentenza, si possa far ripartire il progetto nel migliore dei modi, riportandolo ad essere un’opportunità sia per i rifugiati eritrei che per la comunità locale di San Lupo – continua Grazia Fasano – premiando il coraggio e la sensibilità che l’Amministrazione e i cittadini hanno dimostrato accogliendo questo ambizioso Centro di Accoglienza Sperimentale”.

L’integrazione dei rifugiati nei Piccoli Comuni rappresenta infatti un’importante novità nel piano dell’accoglienza e dell’integrazione, coniugandola con un’occasione di crescita collettiva, economica, demografica, culturale e socio lavorativa per le comunità locali. Piccoli Comuni come San Lupo infatti possono costituire una valida alternativa di accoglienza ed integrazione per rifugiati, in contesti più tutelati e con reali sbocchi di autonomia socio-lavorativa, rappresentando un insostituibile luogo dove apprendere ed affinare professionalità (dall’agricoltura alla pastorizia, dalla tutela dell’ambiente all’artigianato, dal turismo diffuso di qualità alla produzione di prodotti tipici, sino agli antichi saperi nella manutenzione del territorio).

“Se questo centro di accoglienza di San Lupo è stato immaginato dal Ministero dell’Interno come un progetto sperimentale di portata innovativa anche per contribuire alla creazione di un sistema riproducibile sul piano nazionale, in vista della possibile nascita altrove di nuovi progetti che si ispirino e traggano spunto dall’esperienza maturata in “Piccoli Comuni Grande Solidarietà” – conclude Grazia Fasano – è improrogabile una concreta inversione di tendenza nella sua gestione, che sia incentrata sulla quantità e sulla qualità dei servizi offerti".

 

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