CRONACA
La tragedia di Sarah vista con gli occhi di una giovane ventenne

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Uno scenario macabro quello in cui si inserisce la soluzione del giallo di Sarah, la quindicenne pugliese scomparsa alcune settimane fa e ritrovata, morta, ieri sera. Lo zio, Michele Missari, ha confessato di essere stato lui ad ucciderla, strangolandola, per poi abusare di lei, quando era già morta, gettando poi il cadavere in un pozzo. In un attimo sono stati stroncati sogni e i progetti di un’adolescente che aveva dentro di sé la gioia di vivere e la curiosità di scoprire tutto quanto il destino aveva riservato per lei.
Inquietante, al solo pensiero, la barbaria di un uomo che, con una disumanità quasi al limite dell’immaginabile, ha negato ad una ragazzina, peraltro sua nipote, il diritto più importante per un essere umano, quello alla vita appunto, oltre che l’amore, la speranza, la felicità e tutto quanto di bello esiste in questo mondo.
Sconcertante inoltre, oltre che inammissibile, il silenzio di coloro che sapevano degli abusi commessi su Sarah dallo zio, come la moglie di quest’ultimo e la cugina della vittima, ma che non hanno avuto il coraggio di denunciare una tale ingiustizia, quel coraggio che forse sarebbe bastato a salvare una giovane vita.
Quello di Sarah è uno dei tanti casi che si ripetono ormai troppo spesso, e che deve portarci a riflettere per un attimo e chiederci come tutto questo sia possibile . Risulta difficile pensare che quella di un uomo capace di tanto possa essere semplicemente frutto di disumanità; si tratta piuttosto di una psiche oscura e incomprensibile, ma soprattutto malata.
Fino a che punto può arrivare l’atrocità, o meglio, la follia di un uomo? E soprattutto cosa c’è alla base di tutto questo?