POLITICA
Capobianco: i comuni del Sannio non possono farsi carico dei lavoratori ex consorzi

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In una lettera inviata al presidente della regione, Caldoro, all’assessore Nappi ed al presidente della Provincia di Benevento, Cimitile, nonché al prefetto Mazza, il consigliere provinciale Angelo Capobianco, ricorda dapprima di aver appreso “dalla stampa della riunione convocata a Napoli dall’Assessore al lavoro Severino Nappi sulla problematica dei lavoratori ex consorzi rifiuti della provincia di Benevento dopo l’ultima sentenza che chiudeva definitivamente la speranza della CIG in deroga a favore dei lavoratori interessati” e che “essendo stato io stesso uno dei fautori sull’esigenza di istituire un tavolo istituzionale sulla problematica, ebbi l’impressione che potesse cambiare qualcosa.
Quando mi sono reso conto che sono stati convocati i 78 Sindaci della provincia di Benevento a Napoli il 30 agosto ho capito che nulla è cambiato e tutto è come prima. Capisco bene che trattare il problema in questi giorni non è facile perché la politica è alle prese con il Decreto 138 del 13 agosto 2011, ma il giorno della riunione si avvicina. E come pensa l’Assessore Nappi che ha convocato i Sindaci di coinvolgere i comuni in questo problema Come può pensare l’Assessore Nappi che i comuni potranno farsi carico anche dei dipendenti degli ex consorzi rifiuti? E non solo. La società provinciale dei rifiuti SAMTE ha in corso di espletamento la gara di appalto dei servizi raccolta che dovrebbe partire dall’01.01.2012: come possono i comuni farsi carico dei lavoratori se partendo la provincializzazione il servizio di raccolta rifiuti non sarà più da loro espletato!
“Sono queste le domande – prosegue Capobianco – che mi sono posto anche come amministratore comunale. Allo stato attuale i lavoratori dei consorzi hanno essenzialmente due problemi:
1) la sopravvivenza quotidiana che è ai minimi termini
2) il futuro che appare incerto
Le istituzioni dovranno lavorare per tamponare il presente essendo venuta meno la cassa integrazione in deroga che poteva aiutare le tante famiglie coinvolte in questa fase transitoria e cercare un percorso condiviso per la soluzione definitiva del problema”.