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POLITICA

Riorganizzazione del piano ospedaliero nel Sannio, riflessioni e dubbi di Petrone (Pd Reino)

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“Tema di grande attualità e al centro di polemiche politiche crescenti, la fusione dell’Ospedale G.Rummo con il Sant’Alfonso dei Liguori di Sant’Agata de’ Goti, stabilita dal decreto del Commissario n° 70/2018 che ha creato il nuovo Ente denominato “S.Pio”, è il primo effetto della riorganizzazione in atto della sanità beneventana nel nome dell’efficienza.

La preoccupazione emersa, invece, dall’analisi del dottor Elio Franco, ex direttore della struttura complessa di chirurgia vascolare, – scrive in una nota Pio Antonio Petrone, segretario PD circolo ‘R. Kennedy’ e consigliere comunale di Reino – va in tutt’altra direzione: “O siamo di fronte a un piano politico per smantellare la realtà di Benevento o, cosa molto più preoccupante, siamo vittime di una incompetenza amministrativa. Due possibilità, non ne esistono altre”.  Dichiarazioni forti che destano  ancora maggiori preoccupazioni considerando la diaspora di professionisti lamentata che rischierebbe seriamente di impoverire la sanità sannita con ripercussioni ineluttabili sulla qualità delle prestazioni per l’intera provincia e per i suoi oltre 280 mila abitanti. Lo scorso 13 Agosto sul tema di strettissima attualità è intervenuto anche Gigi Ionico, già Dirigente di I livello Divisione di Cardiologia del G.Rummo, ex consigliere e assessore del Comune di Benevento, con una riflessione approfondita esperimeva le su perplessità, supportando le sue tesi con i numeri, sulla riorganizzazione della sanità provinciale. La domanda da cui parte il ragionamento che rilancio è la seguente: siamo sicuri che Benevento sia ancora DEA di II livello?

Il presidio S. Alfonso Maria dei Liguori di S. Agata de’ Goti – aggiunge Petrone – è attualmente un ospedale con costi pari a circa 14 milioni di euro e un fatturato di circa 10 milioni l’anno, e accumula di conseguenza un deficit costante di circa 4 milioni l’anno ormai da più anni. La chiusura dell’ospedale era dunque un destino segnato. La Regione ha ottenuto un eccezionale risultato mantenendone l’apertura nell’unico modo che ne garantisse la riqualificazione e, quindi, il rilancio qualitativo e quantitativo: l’annessione all’A.O. Rummo  e la differenziazione dell’offerta sanitaria attraverso l’istituzione di un polo oncologico. Questo affermavano in un comunicato il Dott. Postiglione (Direzione Generale Salute della Regione Campania) e il Dott.Pizzuti (Direzione Azienda Ospedaliera Rummo di Benevento (Dott. Renato Pizzuti) lo scorso aprile. L’altra domanda da porsi è la seguente: cosa c’entra il Polo Oncologico con il Dea di II livello?

Visitando il sito del Ministro della salute viene riportata la seguente definizione: l’Ospedale sede di D. E. A. di II Iivello assicura, oltre alle prestazioni fornite dal DEA I livello, le funzioni di più alta qualificazione legate all’emergenza, tra cui la cardiochirurgia, la neurochirurgia, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia vascolare, la chirurgia toracica, secondo le indicazioni stabilite dalla programmazione regionale.

Altre componenti di particolare qualificazione, quali le unità per grandi ustionati, le unità spinali ove rientranti nella programmazione regionale, sono collocati nei DEA di II livello, garantendone in tal modo una equilibrata distribuzione sul territorio nazionale ed una stretta interrelazione con le centrali operative delle regioni. Spostando una di queste funzioni in un’altra struttura si declassa il Rummo rendendolo un DEA di I livello ++, per usare le tabelle di Rating. Perché quindi prevedere di spostare la Neurorianimazione a Sant’Agata? Siamo sicuri che la rete territoriale “hub” e “spoke” immaginata sia una scelta ottimale vista l’orografia del territorio? Pizzuti ha definito l’atto aziendale sperimentale, bene, cosa significa? Significa che dopo tre anni e dopo aver costruito una cattedrale nel deserto torniamo indietro? L’ atto aziendale è l’attuazione della volontà politica in materia di politiche sanitarie. Pizzuti sa bene che la Campania è inadempiente sui LEA, lontana dai 160 punti minimi, siamo fermi a 124.

Prendendo per buone le scelte del management, – continua nella nota – viene da sé che per migliorare l’offerta bisogna potenziare il Pronto soccorso di Benevento che come dice Pizzuti è hub, ma così non è, perché i posti letto della medicina di urgenza sono scesi da 20 a 18 e i 4 posti letto di osservazione breve restano pochi, visto che è facile credere che il numero degli accessi al Rummo aumenterà. Infine, il tutto è condito dalla situazione strutturale del Pronto soccorso, struttura che necessita di un ammodernamento urgente, visto che gli operatori sanitari operano in condizioni pietose.

Pur non condividendo le scelte fatte – prosegue l’esponente del Pd – prendiamo per buono il piano ospedaliero approvato dalla Regione Campania. Visti i dati diffusi in data 21.02.2018 sull’analisi epidemiologiche sannite dove si evince che  l’età media di comparsa del tumore è di 68 anni per gli uomini e 65 per le donne. Il cancro più diffuso tra i maschi è quello alla prostata, seguito da quello del polmone e poi del colon retto; nelle donne il tumore più frequente è quello della mammella seguito da quello del colon retto e poi da quello dell’utero, è lecito aspettarsi un Polo Oncologico che si specializzi su queste problematiche ma di questo purtroppo non si parla. Accanto alla costruzione di un polo di questo tipo è auspicabile che sia potenziato il trasporto pubblico ma neanche di questo si parla.

Come fa un cittadino a credere che verranno spesi trenta milioni di euro per il Polo Oncologico quando gli investimenti per le attrezzature al Rummo sono fermi al 2004? La spesa pubblica per la sanità in Italia – come documenta l’Espresso nel numero di Luglio, – è stazionaria, mentre cresce quella privata. Spendiamo il 6.6% del Pil a differenza del 9.5%  della Germania, del 8.6% della Francia, continuando di questo passo il dettato costituzionale sarà infranto completamente. La rivoluzione sanitaria – conclude Petrone – è rimandata. Si accettano Miracoli!”.

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