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Salute

‘Ai risultati eccellenti in oncologia non corrispondono queli sociali’

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Prevenzione: password obbligatoria in medicina, necessaria per una cura migliore. Poi, anche dal cancro si può guarire, non forse però dalla situazione psicologica e sociale che comporta il «brutto male».

“Ai risultati eccellenti in oncologia non corrispondono quelli sociali che riguardano anche il reinserimento lavorativo. Questo – ritiene Antonio Febbraro, primario del reparto di oncologia dell’ospedale Fatebenefratelli di Benevento, promotore della conferenza su “Oncologia e Stato sociale: le nuove problematiche” tenutasi a Benevento –  è oggi, un problema rilevante poiché ad ammalarsi sono persone sempre più giovani che, poi devono e possono tornare alla loro normale vita in società e lavorativa. E’ perciò necessario che, la società sia preparata a ciò, al reinserimento di chi si è stato colpito da un tumore. Troppi sono infatti i problemi legati alla burocrazia e al lavoro. Se di cancro si può anche guarire forse, anzi, è più difficile la guarigione psicologica. Ognuno deve fare la sua parte ed anche le strutture sanitarie devono adeguarsi ai tempi attuali”.
Il tumore, dunque, da malattia a problema sociale e multidimensionale dove ognuno, anche le associazioni di volontariato, deve fare la propria parte. Delle nuove problematiche legate all’oncologia e allo stato sociale se ne discusso durante una conferenza promossa dal dottore Febbraro tenutasi nella sala convegni del nosocomio beneventano. Durante l’incontro al quale sono intervenuti i professori Francesco De Lorenzo, presidente della federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia; Aldo Morrone, direttore generale dell’istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e Paolo Ascierto, direttore dell’unità di oncologia dell’ospedale «Pascale» di Napoli, si è parlato oltre che dei problemi sociali, dei programmi di prevenzione oncologica, anche della salute degli immigrati. “Spesso – dice Febbraro – gli extracomunitari se si ammalano di tumore, preferiscono non farsi curare per evitare problemi legati al lavoro, come quello delle badanti che ritengono di perdere il posto. In questi casi i problemi sociali sono maggiori e riguardano soprattutto le donne le più colpite, in particolare, dal carcinoma alla cervice uterina”. Il responsabile dell’unità operativa oncologica del Fatebenefratelli ha evidenziato che, "ad oggi il cancro resta una malattia che al momento della diagnosi risulta sconvolgente in termini fisici e psicologici sia per il malato che per il suo nucleo familiare e, in genere, per l’habitat sociale di cui fa parte. In buona parte – ha chiarito – ciò deriva dai pregiudizi che ruotano attorno a quello che viene definito (proprio perché il nome stesso crea timori o quanto meno imbarazzo) il "brutto male" o, ancora peggio, il "male incurabile". Eppure è importante che le corrette informazioni sulla malattia, sulle possibilità di cura e sulle forme di assistenza circolino sempre di più. Perché il cancro è una malattia che si combatte meglio se si conosce la natura, se si è consapevoli dei propri diritti, se si può contare sull’aiuto degli altri". Febbraro ricorda che i tumori «big killer» del colon, del polmone, della  prostata, dell’utero e della mammella, sono in costante aumento ed in Campania manca un piano oncologico.
“ E’ necessario investire nella sanità –  afferma Febbraro – anche per le previsioni future in base alle quali nel 2020 due persone su 3 saranno malate di cancro».
 

Fonte | lapilli, periodico di culutra on line | www.lapilli.eu | Maria Tangredi

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