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CRONACA

I Disoccupati Organizzati presidiano il Market Solidale: “Allargare i requisiti per l’accesso alla social card”

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Ieri mattina i Disoccupati Organizzati hanno presidiato l’accesso del Market Solidale per chiedere l’allargamento dei requisiti per l’accesso alla social card.

La social card, già di per sé misera misura assistenziale, – scrivono in una nota – consiste nell’accedere una volta al mese ad un “pacco” di beni di prima necessità presso lo stesso market solidale gestito dalla Caritas e la misura assistenziale riguarda soltanto una piccola percentuale di famiglie.

Il market solidale non è altro che la riproposta della consegna del pacco caritas, che fino a qualche anno fa veniva distribuito nelle case mentre ora invece bisogna recarsi una volta al mese presso la struttura di via Cassella per ritirarlo.

Non è una caso – aggiungono – che i beni consegnati sono di marchio caritas e inoltre beni dei discount cittadini. Il market solidale viene ancora rappresentato come una grande misura a sostegno delle famiglie in difficoltà da questa Amministrazione.

Ci vorrebbe ben altro invece, – propongono i disoccupati organizzati – ovvero che il comune in prima persona crei un market del km 0 dove ci siano soltanto piccoli produttori locali e dove potranno recarsi sia i possessori della social card che tutti i cittadini beneventani.

Abbiamo chiesto già in diverse occasioni l’allargamento dei criteri per l’assegnazione della social card ma ovviamente oltre alle parole nulla è stato fatto in termini concreti dai chiacchieroni di Palazzo Mosti.

Mentre i disoccupati non hanno di che vivere, – continuano – gli amministratori e i loro oppositori non fanno altro che pensare alla loro esistenza. Cene e pizze estive per riorganizzare la maggioranza in vista di congressi e per decidere da parte dell’opposizione chi sarà il prossimo sindaco.

Questi signori vivono troppo bene per non avere la più pallida idea di quanto siano in difficoltà le famiglie beneventane. Si specula politicamente sulla disperazione sociale ma non c’è alcun interesse a risolvere i problemi.

D’altro canto proprio i settori destinati alle politiche sociali sono occupati da persone che hanno rispetto per la legalità quando quest’ultima serve a reprimere coloro i quali provano a dissentire e a reagire dinanzi la crisi imperante.

Sono trascorsi tre mesi dalla nascita dei disoccupati organizzati e nessuno tra politici, amministratori e aspiranti tali è stato capace di dare una risposta. In questa città – spiegano nel comunicato – la classe politica serve soltanto a garantire se stessa e i propri interessi trasversali, a gestire soldi e finanziamenti pubblici, ad appaltare lavori pubblici e colate di cemento.

Dopo tre mesi di incontri inutili, quello di martedì per noi sarà l’ultimo, fatto da un ultimatum chiaro a quest’amministrazione. Ancora una volta saranno presentate proposte concrete, come siamo soliti fare, per dimostrare che possibili soluzioni esistono ma che non c’è alcuna volontà politica.

Dopo l’incontro di martedì, dove verrà presentato il progetto sulle terre sociali e dopo aver chiesto impegni concreti sulle nostre proposte – concludono i disoccupati organizzati – non perderemo altro tempo a parlare inutilmente con questi amministratori se non ci saranno segnali concreti e tangibili.

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