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I sindaci di Pietrelcina, Pago Veiano e Pesco Sannita dicono no all’accorpamento dell’I.C. San Pio con la Moscati
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Sotto l’albero di Natale, l’I.C. “San Pio” di Pietrelcina e le tre comunità che ne costituiscono l’utenza hanno trovato una brutta sorpresa: una previsione di accorpamento con l’I.C. Moscati mai paventata, mai condivisa, mai nemmeno discussa in nessun tavolo tecnico o istituzionale.
L’accorpamento è una proposta che andrà esaminata in una riunione, annunciata ieri, in materia di Dimensionamento scolastico e offerta formativa per l’a.s. 2026-2027 che si terrà lunedì 29 dicembre 2025 alle ore 10.30 in Regione, a Napoli, alla quale prenderanno parte funzionari della Regione, rappresentanti dell’Usr Campania, e sigle sindacali. Nessun decisore politico, in attesa della nomina del prossimo Assessore regionale.
I Sindaci di Pietrelcina, Pago Veiano e Pesco Sannita esprimono tutto il loro sconcerto non solo per i tempi del tutto irragionevoli in cui la proposta di dimensionamento è maturata, ma anche e soprattutto per la totale assenza di condivisione con sigle sindacali, Provincia e Dirigenti scolastici.
Pur volendo essere comprensivi con le ragioni di urgenza che lo hanno prodotto, viene da chiedersi quale criterio sia stato seguito per identificare l’unico accorpamento previsto per la Provincia di Benevento. Una scelta del genere o è tecnica o è politica! Se tecnica, deve essere limpida, obbediente a parametri prestabiliti, e per questo insindacabile. Non può essere assunta de imperio, nella discrezionalità di funzionari e dirigenti, perché assumerebbe caratteri politici che competono ad attori della vita democratica del Paese legittimati dal voto popolare.
Le ragioni “tecniche” addotte nelle note della tabella che accompagna la convocazione per il 29 sono che la distanza tra i comuni è entro i 12,5 km e su strade di facile percorrenza; che l’IC Moscati ha 652 alunni e l’IC Pietrelcina 540 alunni e che entrambi sono in reggenza; e che c’è “omogeneità” della platea.
Le tre condizioni sono tutte discutibili e soprattutto si addicono maggiormente al confronto tra la Moscati e altri istituti comprensivi. In primis, Pietrelcina dista 12 Km da Benevento, mentre Pago Veiano e Pesco Sannita ne distano 18. A Benevento però ci sono altri cinque Istituti comprensivi chiaramente molto più vicini alla Moscati e ce ne sono altri in provincia, aventi sede in paesi confinanti col Capoluogo, anche loro in reggenza e tra l’altro con meno alunni del San Pio!
In secondo luogo, non è chiaro cosa si intenda per omogeneità della platea, parametro di per sé difficile da definire. Certamente, però, sarebbe naturale identificare una continuità nell’ambito del Comune di Benevento e un istituto del capoluogo con 652 studenti può essere accorpato ad un altro dei 6 istituti comprensivi della città, tanto più perché in reggenza! È quanto meno discutibile che debba avere come stampella paesi della provincia! L’accorpamento della Moscati con un altro IC cittadino non comporterebbe alcun disagio per l’utenza e il personale, cosa che non avverrebbe invece col San Pio: immaginiamo un insegnante che chieda il trasferimento a Benevento città, lo ottenga, e si ritrovi invece a insegnare a 18 Km di distanza! Pago Veiano, Pesco Sannita e Pietrelcina fanno inoltre parte di un ambito sanitario e di un ambito sociale diversi da quelli del Capoluogo, cosa che complicherebbe non poco le interlocuzioni tra la scuola e suddetti enti. Qual sarebbe, allora, il tratto di omogeneità tra la platea della Moscati e quella del San Pio?
In conclusione, se l’Istituto comprensivo “San Pio” di Pietrelcina deve essere accorpato ad un altro istituto, la scelta deve ricadere su uno degli i.c. viciniori, ma della Provincia, fatta salva la volontà dei comuni di Pago Veiano, Pesco Sannita e Pietrelcina di restare uniti. Se la Moscati deve essere accorpata ad un altro Istituto, si opti invece per uno degli IC cittadini!
Il futuro delle aree interne non può essere determinato da scelte calate dall’alto senza ascoltare la voce dei territori! Quanto sta accadendo è estremamente grave e riproduce all’interno del Sannio le logiche che hanno sempre caratterizzato i rapporti tra aree costiere densamente popolate e aree interne, in base alle quali ad essere salvaguardate devono essere le posizioni di chi è più grande, e laddove è possibile razionalizzare si operano invece tagli che lasciano ferite profonde in comunità già provate da una crisi sistemica che ne sta progressivamente erodendo la coesione sociale. Tagliare un’autonomia nel Capoluogo non produrrebbe conseguenze significative, tagliarne una in Provincia priverebbe invece un insieme di comunità di un asset fondamentale per l’organizzazione dell’offerta formativa sul territorio. Tanto peggio se il taglio viene deciso in maniera poco limpida, come in questo caso!
Auspichiamo pertanto che il Ministero, la Regione e l’USR Campania prendano la decisione più giusta ed equilibrata, seguendo criteri oggettivi e ascoltando la voce dei territori, dei sindacati e dei dirigenti scolastici.



