POLITICA
Legge sulla montagna, Cacciano (Pd): ‘Tagli e centralismo, così il Governo penalizza territori fragili’
Ascolta la lettura dell'articolo
«Sta passando sotto traccia una scelta gravissima del Governo sulla pelle delle aree montane e interne». È l’allarme lanciato da Giovanni Cacciano, segretario provinciale del Partito Democratico, in merito alla nuova legge nazionale sulla montagna (L. 131/2025) che, a suo giudizio, riduce drasticamente le risorse a disposizione delle Regioni senza introdurre nuovi finanziamenti.
Secondo Cacciano, la norma priva le Regioni del 60% del Fondo per lo Sviluppo della Montagna Italiana (FOSMIT), istituito nel 2022 dal Governo Draghi con una dotazione di 200 milioni di euro annui destinati a sviluppo locale, contrasto al dissesto idrogeologico e realizzazione di opere pubbliche da parte di Comuni e Unioni di Comuni.
«Dal 2026 – ricorda – alle Regioni resteranno solo 85 milioni di euro, come ammesso dallo stesso ministro Calderoli alla Camera. I restanti 115 milioni saranno gestiti direttamente da Roma: altro che federalismo e autonomia».
Un quadro che, per il segretario dem, si aggrava ulteriormente se si considerano il taglio di 500 milioni al Fondo Sviluppo e Coesione previsto dalla legge di bilancio 2026 e la sostanziale conclusione del PNRR, con una conseguente drastica riduzione degli investimenti nelle aree montane e più svantaggiate.
Nel confronto europeo, Cacciano cita il caso francese: «In Francia, solo attraverso il fondo DETR vengono destinati ogni anno 1 miliardo di euro ai comuni rurali, a cui si aggiungono le misure del programma France Ruralités Revitalisation, con centinaia di milioni di euro in esenzioni fiscali e contributive per le imprese che investono nei comuni fragili».
Altro punto critico della legge riguarda la classificazione dei Comuni montani. «Solo alcuni – sottolinea – potranno beneficiare degli interventi su sanità, scuola, sviluppo economico, servizi e infrastrutture. Il cerchio si restringe ulteriormente, proprio mentre i bisogni aumentano». A questo si aggiunge la delega al Governo per la revisione, entro un anno, di tutte le agevolazioni esistenti, che verrebbero riservate esclusivamente ai Comuni inseriti nel nuovo elenco.
«Essere o non essere in quell’elenco non sarà irrilevante – avverte Cacciano – non solo oggi ma anche domani. Ci sono territori che rischiano di perdere le agevolazioni attuali senza poter accedere alle nuove misure previste».
Infine, il segretario provinciale del Pd denuncia il clima di contrapposizione alimentato dal Governo: «Il caos sulla classificazione dei Comuni montani non è casuale. I giudizi espressi dal ministro Calderoli sui circa 1.100 Comuni esclusi rivelano la volontà di mettere territori fragili uno contro l’altro, forse per distogliere l’attenzione dai contenuti di una legge che tradisce gli impegni elettorali del centrodestra».
«Come ricorda spesso Elly Schlein – conclude Cacciano – le aree interne e rurali dovrebbero essere uno sguardo da adottare in ogni politica pubblica. Uno sguardo che la destra di governo ha completamente abbandonato, calpestando ancora una volta diritti e opportunità dei territori più svantaggiati».




