SANNIO
Cerreto Sannita, i cittadini scrivono a De Luca per la riapertura dell’ospedale

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“Per la seconda volta nel giro di pochi mesi le scrivo chiedendo il suo intervento per la riapertura dell’ex P.O. di Cerreto Sannita. So che è qualcosa di difficile ma sono convinto che con un po’ di volontà si riesce a modificare anche un piano ospedaliero scellerato che ce ne ha privato e che fu il frutto di accordi bipartisan fra chi lo ha preceduto, per cui ritengo che non ha alcuna colpa. Lei, come me, sa benissimo che a Cerreto “facciamo l’amaro in bocca”, mi scusi se ho preso in prestito la battuta, ma i miei conterranei non sono tanto disponibili alle prese per i fondelli anche se ci sono molti che le hanno dato fiducia”. Così Aldo Belvivere, rappresentante di un gruppo di cittadini che chiedono la riapertura dell’ospedale di Cerreto Sannita, in una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
“Mi riferisco all’Ospedale di comunità – conclude – che nessuno vuole perché sappiamo benissimo cosa ne sarà. In campagna elettorale regionale ne è stata millantata l’imminente apertura per il mese di ottobre ma non se ne è vista la luce, forse un ritardo pandemico. L’Ospedale di Comunità ben venga e potrebbe essere un fiore all’occhiello in un qualcosa di efficiente e funzionante e non un cronicario nel deserto. Non vorrei tediarLa ulteriormente ma faccio un’ultima considerazione se non altro per dirle quale è la Sua colpa: La chiusura dell’Ospedale di Cerreto Sannita rappresenta, in questo momento, un drammatico problema, la mancata riapertura la fa palesare come un delitto per tutto quello che è avvenuto, avviene e anche perché c’è la disponibilità finanziaria per un nuovo modello di sanità con fondi dello Stato e dell’Europa. Nel mio piccolo come rappresentante di un gruppo di oltre 5.000 persone (gruppo fb: Riapriamo il P.O. di Cerreto Sannita), ho cercato di sensibilizzare il Capo dello Stato, il Governo, Lei e tutti i politici sanniti che al momento son tutti sordi e muti. Non mi resta altro che consegnare la mia tessera elettorale”.