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Ricerche petrolifere in 18 comuni del Sannio: dalla Regione via libera al progetto Case Capozzi

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Via libera da Palazzo Santa Lucia al progetto di ricerche petrolifere della Delta Energy definito “Case Capozzi”, che coinvolge 18 comuni del Sannio e 4 dell’Irpinia. E’ quanto si apprende dal decreto pubblicato sull’Albo Pretorio della Regione, che praticamente non ritiene necessaria la procedura di VIA. Il progetto “Case Capozzi”, per cui era in atto ancora l’istruttoria di verifica di assoggettabilità al Via, comprende nel dettaglio i comuni sanniti di Foiano in Val Fortore, Molinara, Montefalcone di Val Fortore, Castelfranco in Miscano, Ginestra degli Schiavoni, San Giorgio la Molara, Buonalbergo, Pago Veiano, Pesco Sannita, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Benevento, Pietrelcina, Paduli, Sant’Arcangelo Trimonte, Apice, San Nicola Manfredi, San Giorgio del Sannio; e quelli avellinesi di Casalbore, Montecalvo Irpino, Ariano Irpino, Melito Irpino.

L’orientamento della Regione Campania a favore delle ricerche petrolifere in realtà era emerso già durante la partecipazione del governatore Caldoro ad una conferenza stampa del Pdl all’hotel President di Benevento, nel mese di febbraio dello scorso anno, sul tema “L’impegno della Regione per il Sannio”. “No alle trivellazioni, ma i progetti di ricerca nel Sannio andranno avanti”. Così il governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, aveva risposto alla domanda di Ntr24, mirata a sapere se il “no” del consiglio regionale alle trivellazioni petrolifere si allargasse anche ai progetti di ricerca petroliferi nel Sannio. “Una cosa sono le indagini geologiche, che possono essere sempre concesse- ha specificato Caldoro – una cosa diversa sono le trivellazioni. Possiamo però dire che ad oggi non ci sono trivellazioni in corso”. 

Nel documento della Regione Campania viene riportato anche il progetto presentato dalla società inglese Delta Energy, del resto già spiegato ai comuni interessati dalle ricerche in un incontro a Ginestra degli Schiavoni nel febbraio del 2013. La tecnica utilizzata per capire se nel sottosuolo del Sannio è presente petrolio sarà quella del vibrosies, onde elastiche che realizzeranno una sorta di ecografia del sottosuolo per un totale di 100 km di linee sismiche. Tecnica che per gli esperti non è immune da problematiche ambientali, soprattutto in zone sismiche come il Sannio e l’Irpinia. L’impatto più rilevante, invece, per i tecnici della società, sarà determinato dall’inquinamento acustico, tanto che non si esclude, come veniva riportato nelle slide proiettate in sala, “la possibilità di ricorrere ad accordi in deroga con le amministrazioni comunali”. 

Se le ricerche per il momento non comprendono le trivellazioni, resta il fatto che con questa autorizzazione la strada per i petrolieri diventa sempre più agevole. I cittadini, le associazioni ambientaliste, il mondo accademico e le istituzioni nei mesi passati si erano schierati contro l’abbaglio dell’oro nero, che arricchirà le multinazionali e impoverirà, ancora di più, il Sannio. Ma chi davvero ha potere per opporsi all’avvento delle trivelle sono i sindaci. E questo lo sanno bene sia la Delta Energy, che non a caso ha effettuato un tour nei paesi interessati dai progetti di ricerca, ed incontri separati solo con i primi cittadini, e lo stesso presidente Caldoro, che sempre in quell’incontro, poi rivelatosi profetico, dichiarò: “Se la comunità locale è compatta sul no (alle ricerche petrolifere ndr) , sarà complicato pensare di fare il contrario”.

Erika Farese

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