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POLITICA

Manifestazione contro i cinghiali, il Movimento Animalista attacca Coldiretti

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“Oggi a Roma si è tenuta la manifestazione della Coldiretti contro i cinghiali e tutti la fauna che “danneggia colture e decima il bestiame” ed ovviamente ha trovato supporto nella Lega ed in Salvini che come una banderuola, segna il vento nella direzione in cui soffia. Tornando alla suddetta manifestazione, questa avrebbe come obiettivo non solo i cinghiali – devastatori ed assassini – ma tutta la fauna (lupi, orsi, daini, cervi, etc) che danneggiano le attività degli agricoltori e degli allevatori e già questo basterebbe per archiviare la cosa come una barzelletta, ma siamo in Italia, divenuto il Paese delle assurdità e tocca a qualcuno dire le cose per come sono per davvero e non facendo terrorismo mediatico e di piazza che tra l’altro, è divenuta moda assai imperante: trova un nemico, qualcuno che non possa difendersi e replicare e poi parti all’attacco e scatena l’orda che ciecamente seguirà ogni tua comando, fosse anche il suicidio collettivo”. Così in una nota la referente provinciale di Benevento del Movimento Animalista, Graziella Tumino.

“Problema cinghiali: la Coldiretti – aggiunge – si limita a sbraitare numeri a caso – come farebbe una persona in preda a crisi isteriche – omettendo di specificare alcuni punti importanti: se è pur vero che il numerico dei cinghiali (precisazione: il cinghiale nostrano è in diminuzione, in aumento è la popolazione di scrofe volgarmente dette o ibridi, cioè innesti con suini lolcali e/o suidi provenienti dall’est Europa) è aumentato a dismisura è dovuto ad una mal gestione delle fattrici per ripopolamento (prima si spara, si azzera e poi si ripopola, già questo fatto andrebbe analizzato clinicamente) che non ha rispettato leggi e regolamenti e ha immesso in natura una quantità spropositata di unità, esempio: il cinghiale riesce ad accoppiarsi anche due volte l’anno, media numerico nati circa 7, quindi abbiamo circa 14 piccoli in un singolo anno; di questi 14, se 6 fossero femmine, l’anno successivo avremmo 84 cinghiali e via dicendo. Presupposto questo calcolo (numerico in difetto) basta un solo “ripopolatore” che non rispetti le regole per provocare un’invasione locale di cinghiali, come avvenuto a Moiano dove un soggetto deteneva illegalmente 14 cinghiali rinchiusi in un recinto… Il problema sollevato poi dal sindacato sulla distruzione portata da tutta la fauna è pura manipolazione dell’informazione a proprio piacimento perché mai una volta si è parlato delle cause scatenanti degli “attacchi”.

Partiamo dal principio: il sindacato – scrive Tumino – ha dimenticato che il predatore per eccellenza degli ungulati (cinghiale compreso) che “arrecano danni alle coltivazioni” è il lupo, animale a cui in passato, allevatori in primis, hanno dato una caccia spietata e senza regole tanto da portarlo sull’orlo dell’estinzione e logica vuole che quando manca un predatore, le specie predate si riproducano senza controllo, portando ad un aumento esponenziale degli esemplari. Nel periodo di presenza dei lupi era cosa assai difficile avvistare gli ungulati che è la cosa opposto che avviene oggi, certo, il predatore Alpha è tornato ma per stabilizzare di nuovo l’ordine deve passare tempo, la Natura sa come fare a differenza dell’uomo che, stupidamente, oggi vorrebbe sterminare di nuovo chi “assalta i greggi” con la scusa del controllo e dell’abbattimento selettivo, una pratica barbara, ridicola, stupida. Passiamo poi alla caccia indiscriminata e piva di controlli degli anni passati che ha spinto molti ad appendere la doppietta in rastrelliera: animali uccisi non per “nutrimento” ma per il solo gusto sadico di farlo, decimazioni di intere specie col bene placito di molti governi, pericolo di estinzione per molti animali per attività venatoria senza scrupoli; e si sa, quando mancano le prede in natura, i predatori dovranno pur mangiare ed ecco che i capi di bestiame vengono attaccati ma anche qui c’è da fare ulteriore precisazioni. Ai motociclisti capita spesso di imbattersi in animali domestici (mucche, capre, pecore, etc.) che vagano in serenità su strade statali e provinciali, sbucano d’improvviso da una curva o restano ferme a centro strada come se fosse un pascolo qualsiasi, lasciano escrementi sull’asfalto che per chi va in moto equivalgono a chiazze d’olio; non contenti di ciò, gli allevatori favoriscono il passaggio delle bestie da un lato all’altro della strada eliminando i guardrail come avviene sul Matese o sul Terminio. Ed a proposito degli allevatori, molti usano lasciare i loro capi di bestiame allo stato brado nei parchi ed in aeree verdi (anche dove vietato) senza alcuna vigilanza o controllo salvo poi lamentarsi se c’è un attacco da parte di lupi od orsi, un po’ come se si lasciasse vagare una vacca sul campo minato e lamentarsi poi dell’esplosione… Sempre alle attività umane è dovuto l’assalto ai campi agricoli, forse Coldiretti dimentica che l’uso della chimica (fortemente sponsorizzato dal suddetto sindacato) in agricoltura (raccomandiamo al Ministro Bellanova di non provocare ulteriori danni) ha non solo peggiorato la qualità dei prodotti, ma ha contribuito a decimare le popolazioni di animali che in qualche modo erano legate alle attività umane e se a questo aggiungiamo gli incendi boschivi – utilizzati spesso per stanare e togliere riparo alla fauna, aumentare gli spazi per i pascoli, allevamenti e coltivazioni – è normale che l’animale si spinga dove non avrebbe osato prima, la fame è fame per tutti e porta a compiere gesti anche contro l’istinto di sopravvivenza.

Coldiretti – spiega il Movimento Animalista – dimentica poi di citare i danni derivati dalla caccia, ancora oggi è consentito sparare con cartucce caricate con piombo sui terreni agricoli e non ci risulta che il piombo sia il migliore tra i fertilizzanti, dimentica di citare lo stress portato dagli spari agli animali da allevamento, dimentica di citare i decessi ed i feriti provocati dalla caccia che risultano assai superiori a quelli provocati dai cinghiali, dimentica di scagliarsi contro il bracconaggio che arreca danni a cose, persone, animali, insomma sembra più Federcaccia che sindacato che tuteli l’agricoltura. Raccomandiamo all’organizzazione sindacale di tutelare davvero le attività agricole ponendo attenzione verso i veri problemi che questa ha e non al solito “specchietto per le allodole”. A Coldiretti chiediamo: come mai non una sola parola sulla Basilicata? Come mai non abbiamo sentito un solo grido di protesta contro chi avvelena pozzi, falde acquifere e terreni agricoli con attività estrattiva senza regole? Come mai c’è il silenzio totale sulle trivellazioni che hanno alto impatto inquinante su ambiente ed agricoltura? Perché non avete mai organizzato a Roma una manifestazione su questo tema? E contro l’uso della chimica in agricoltura? Contro il falso biologico?

Ci dispiace – conclude la nota – vedere chinare il capo al Ministro Costa su eventuali modifiche alla 157/92 a cui ci opponiamo fermamente fin da ora e consigliamo al capo dicastero Ambiente di occuparsi di problematiche vere: a differenza di quanto affermato sempre da Coldiretti e cioè che la Terra dei fuochi sia una fake news (come si usava dire della mafia negli anni ’80 e cioè che non esisteva) in Campania ci sono tante zone d’ombra, a meno che Cesio 137, Uranio e Iodio non rientrino nella categoria dei foraggi e prodotti tipici e a tal proposito ribadiamo l’invito al Ministro di verificare i nostri dossier inviati lo scorso agosto”.

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