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Sassinoro, è il giorno della protesta sulla statale 87: ‘No a invasione della monnezza nel Sannio’
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E’ il giorno della protesta contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio a Sassinoro. Ancora una volta sono stati in centinaia a scendere in strada per dire no ai rifiuti nel Sannio. Una marcia popolare partita da contrada Guadocavalli, nel territorio di Sepino, e proseguita lungo la statale 87 con l’obiettivo – secondo i cittadini del Comitato civico organizzatore – “di salvaguardare e proteggere la storia e le tradizioni di un intero comprensorio”. “Non ci resta che marciare insieme – ribadiscono lungo il tragitto che li porterà al presidio permanente di contrada Pianella – per poter avere ancora la speranza di vivere nelle nostre case e di avere un futuro per i nostri figli”.
In coda al corteo di questa mattina le auto e soprattutto i trattori perché ad essere in pericolo – spiegano ancora una volta – è soprattutto la ‘salute’ di un terra a vocazione prettamente agricola. Accanto ai cittadini, i sindacati, le associazioni di categoria, la politica e i sindaci del comprensorio. Davanti a tutti uno striscione e il messaggio forte e chiarissimo: “Difendi la tua casa, la tua terra, il tuo futuro dall’invasione della monnezza”.
Grazie alla volontà di associazioni e istituzioni, sia campane che molisane, è nato il Comitato civico che continuerà la battaglia in tutte le sedi con l’unico obiettivo di tutelare la Valle del Tammaro: l’acqua, l’aria, l’ambiente, il tratturo, i santuari e tutte le imprese che vivono e creano sviluppo sul territorio.
Intanto sulla vicenda è intervenuto nella giornata di ieri anche il vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, che ha teso la mano ai cittadini garantendo disponibilità all’ascolto e al dialogo per istanze, se supportate da dati verificabili. “La Regione non ha scelto Sassinoro, dove è in corso un’iniziativa privata”, ha aggiunto per poi attaccare l’Ato sulla gestione del ciclo rifiuti.
Sulla vicenda è intervenuta anche CasaPound Benevento: “E’ giunto il momento di far sentire la voce di protesta dei cittadini – dichiara Pasquale Piantedosi, referente beneventano di CasaPound Italia – e di far sentire il dissenso nei confronti di un progetto scellerato che compromette lo sviluppo agricolo, industriale e turistico di questo territorio.
Il progetto gode delle autorizzazioni della Regione Campania – continua Piantedosi – e prevede l’installazione di un impianto di compostaggio che dovrebbe smaltire ogni anno 22.000 tonnellate di rifiuti organici; una quantità pari alla produzione annua di rifiuti dell’intera provincia di Benevento. Numerose sono le criticità e le irregolarità di natura giuridica ed ambientale sottolineate più volte da rappresentati delle istituzioni e dai cittadini, riunitisi in un presidio permanente all’esterno della struttura che ospiterà l’impianto.
Anziché tutelare e promuovere le zone interne della Campania martoriate da innumerevoli problematiche – conclude Piantedosi – la Regione immagina di poterle utilizzare come una immensa discarica di rifiuti provenienti da altre province. Una violenza nei confronti del nostro territorio che non può essere portata a termine. CasaPound Italia si è schierata al fianco del Comitato Civico Rispetto e Tutela del Territorio per opporsi a questa pericolosa minaccia e ad una vergognosa speculazione che mina l’hinterland beneventano, in una battaglia priva di confini politici e territoriali, esclusivamente per la difesa del nostro territorio”.