A Pietrelcina le prime nozze gay. FN: “Offesa a San Pio”, il sindaco: “Legge da rispettare”

Hanno scelto Pietrelcina un 33enne e un 36enne per celebrare la loro unione civile. I due, un romano ed un cittadino venezuelano, lo scorso 11 luglio hanno pronunciato il fatidico sì di fronte ad un funzionario del Comune sannita. Hanno deciso di sposarsi nei luoghi di San Pio perché, dopo una visita in seguito ad un matrimonio di un’amica, sono rimasti affascinati della nostra terra e l’hanno ritenuta la location ideale per il giorno più bello della loro vita.

Una scelta, però, che non è passata inosservata al segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, che è intervenuto sulla vicenda. “Perché offendono così Padre Pio il santo di milioni di Italiani?”. Così l’esponente del partito di estrema destra ha commentato le nozze gay e ha aggiunto: “Non hanno capito che gli italiani eterosessuali cattolici che sono la stragrande maggioranza si stanno rivoltando di fronte all’arroganza di lobby e media che vogliono umiliare tradizioni e santi italiani?.

Il sindaco – ha concluso Fiore – sarà presto visitato dai militanti Forzanovisti che a lui rappresentano la rabbia e il disgusto degli Italiani”.

Parole alle quali ha risposto il primo cittadino sannita Domenico Masone, replicando con fermezza: “Esiste una legge e deve essere applicata, al di là delle convinzioni personali. Non ho celebrato in prima persona le nozze – ha aggiunto –, ma noi siamo un’amministrazione e se esistono delle norme devono essere rispettate da tutti”.

Tra i commenti spicca anche quello del comitato provinciale Arci e dell’associazione Wand. “Tutti – scrive la referente Marianna Nardone – aspiriamo a un mondo migliore, senza guerre, senza carestie, senza odio. Pretendiamo di raggiungere la perfezione ma senza la fatica necessaria ad ottenerla. Additiamo il vicino senza renderci conto dei nostri errori. Proviamo a immaginare come potrebbe essere il viver quotidiano senza eccessiva formalità, burocrazia o semplice perbenismo spicciolo da avvoltoi. Sarebbe bello, giusto?

Però la vita, a volte, è lontana da questa utopia e ben più incastonata tra una critica e un insulto, un pugno e uno sputo. Fuggire da tutto questo è pensabile, e una via di fuga, vecchia quanto il mondo, è l’amore.

Cambiare, invece, è possibile. Quante volte abbiamo sentito dire che solo da giovani si hanno queste aspirazioni? Quanti di noi ci credono e si impegnano giorno dopo giorno nelle piccole lotte quotidiane? Quanti di questi vincono?

Sicuramente – prosegue nella nota – Ezio Caraccia e Carlos Pineda ce l’hanno fatta. O meglio hanno avuto la forza, la grinta e soprattutto l’amore per realizzare il progetto di vita simbolo delle lotte di tutti tempi: il matrimonio.

Ogni epoca ha assistito a qualche tipo di restrizione: ricchi-poveri, bianchi-neri, persone dello stesso sesso e così via. Stiamo assistendo a piccoli momenti di gloria e di soddisfazione che un giorno, magari, saranno solo una buffa storiella da raccontare a bambini che non dovranno mai capire a fondo ciò che significa la definizione di “cittadino di seconda categoria”.

Dall’Associazione WAND e dal comitato ARCI di Benevento – conclude Nardone – inviamo gli auguri più sinceri per una vita felice ai neo sposi e a chiunque continui a credere, a chiedere e a chiamare giustizia sociale, anche a Benevento e Provincia”.