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Il L@p Asilo 31 al corteo di Giardini-Naxos per contestare il G7

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“Oramai ci siamo. Il G7 di Taormina sta per iniziare e anche il L@p Asilo 31 partirà  verso la Sicilia per partecipare al corteo di Giardini-Naxos, a ridosso della zona rossa tracciata attorno a Taormina.

Il 27 Maggio – scrive l’associazione sannita – i sette capi di stato di quelli che vengono considerati – si autoconsiderano – i paesi più potenti al mondo si incontreranno. Succederà in un momento particolare, in un luogo particolare. Il momento è particolare, non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, perché il summit si terrà a pochi giorni dalla strage di Manchester, ragione per cui è stata aggiunta all’agenda dell’incontro una discussione sulla lotta al terrosimo, che affiancherà quelle su Smart Cities e migranti. Il luogo, invece, particolare lo è perché la Sicilia è una regione che raccoglie molte delle contraddizione dell’occidente e dell’Europa in particolare, legate ai temi in discussione. Proprio in Sicilia infatti sono già presenti più di dieci basi Nato e una delle stazioni del sistema Muos. In più la Sicilia, come è noto, è il principale punto di sbarco dei rifugiati provenienti dal Nord Africa. Punto di sbarco che acquista ancora maggiore centralità dopo la letterale chiusura dei confini della rotta balcanica. Evidentemente non potevano esistere un momento storico e un luogo più adeguati ad ospitare la riunione dei “signori del mondo”.

Perché riteniamo sia giusto andare a contestare un G7 ci sembra evidente: quale luogo presenta più contraddizioni, risulta più odioso, mette a nudo maggiormente la schiettezza brutale del potere, di una convention dei leader dei paesi che più di tutti hanno colpito le classi subalterne con guerre, devastazione ambientale e politiche neoliberiste? ci ritroviamo in una fase in cui le destre populiste accumulano un consenso che non avevamo conosciuto negli ultimi decenni, sfruttando le paure delle popolazioni occidentali e canlizzandole in un odio, interessato molto più che cieco, verso gli ultimi, gli sfruttati, i marginali, i migranti. Queste pulsioni si incarnano nei volti dei leader delle nuove destre, come Matteo Salvini, Marine Le Pen, e soprattutto Donald Trump, che parteciperà per la prima volta, in veste di Presidente degli Stati Uniti d’America, a un summit del genere. È una fase, anche, in cui le forze politiche tradizionali scelgono di raccogliere la sfida delle destre xenofobe assumendone i contenuti e i punti di forza ed esasperando le già nefaste politiche securitarie e antimigratorie.

La blindatura delle frontiere, gli accordi, tra gli altri, con Libia e Turchia, sono solo degli esempi, è il Ministro Minniti di casa nostra è un ottimo rappresentante di questa tendenza. Ecco perché è a partire dei temi in discussione che ci interessa ragionare, in particolare della gestione dei flussi migratori, che sta facendo emergere sempre più una modalità autoritaria e razzista in Europa come negli USA. Anche la discussione sulle smart cities si inscrive in un momento, che per l’Italia in particolare, è significativo. Cosa vuol dire parlare di “città intelligenti” oggi? Significa ancora ragionare di macchine elettriche, servizi, e città a misura umana? Oppure, come sembrerebbe più verosimilmente, significa ragionare di modelli di gestione e controllo delle forme di vita urbane? Che questa discussione abbia luogo poche settimane dopo la trasformazione in legge del decreto Minniti sulla sicurezza e il decoro ci pare significativo. Significativo perché sembra che la tendenza europea ed occidentale, ancor prima che italiana, sia quella di immaginare un tessuto urbano che punta all’espulsione, mai come in questo caso forzata, delle marginalità dai centri cittadini in nome di un decoro che assume forme autoritarie e securitarie.

La lotta al terrorismo – aggiunge nella nota – evidentemente intercetta e s’interseca con gli altri due temi del G7. Quali sono le misure che sceglieranno di adottare gli stati per contrastare un terrorismo che – fa bene ricordarlo- nasce dalle politiche belliche occidentali? Presumibilmente si tratterà dell’esasperazione di quanto abbiamo già conosciuto negli ultimi anni. Rafforzamento dei confini, limitazione della libertà di movimento dei cittadini occidentali e dei migranti, restrizione dei diritti – quello al dissenso in primis – e investimenti militari, che contribuiscono a evidenziare il clima già inquietante che abbiamo vissuto nelle farsesche, ma pericolose, vicissitudini che hanno visto contrapporsi recentemente corea del Nord e Stati Uniti. è per questo che saremo in Sicilia.

Abbiamo scelto di partire in nave, alla volta di una regione che ha visto drammaticamente morire migliaia di persone che – via mare- hanno provato a raggiungere le sue coste, una regione, ancora, che per ordine del Ministero degli Interni ha chiuso i suoi porti agli sbarchi di migranti nella settimana del G7.

Abbiamo scelto di partecipare – conclude il L@p Asilo 31 – per sfidare le misure del Ministero, che in varie forme tentano di limitare la circolazione delle persone in questi giorni, per rivendicare con forza “la libertà di movimento”.

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