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Comune di Benevento

Comune, Mastella revoca Amina Ingaldi e assume le deleghe

L'ex assessore su Facebook: “Non è stato possibile fare la vera politica al servizio del bene comune”

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Amina Ingaldi non è più un assessore del Comune di Benevento. La decisione del sindaco Clemente Mastella è giunta nel pomeriggio quando un messo comunale ha notificato il provvedimento di revoca.

Alla base della decisione c’è la lettera inviata dall’ex assessore al primo cittadino. Nella missiva Ingaldi “ha espresso – si legge nel dispositivo di revoca – ingiustificate riserve e censure sul contenuto delle deleghe affidatele. Al contempo ha comunicato l’intento di abdicare ad un delicato e complesso ambito della delega alla ‘mensa scolastica’ e declinando espressamente ogni responsabilità in ordine alla parte della delega afferente alle politiche della famiglia”.

Secondo Mastella, inoltre, sarebbe venuta a mancare “la sintonia tra l’assessore e i dirigenti di riferimento” che non avrebbero risposto alle richieste non interagendo con l’esponente della giunta.

“La situazione comporta – si legge ancora nell’atto di revoca del sindaco – uno stallo dell’azione amministrativa”. Sono questi i motivi ufficiali che hanno portato alla revoca di Amina Ingaldi e alla decisione del primo cittadino di assumere le deleghe.

Una scelta alla quale l’ex esponente di Palazzo Mosti ha risposto con amarezza sui social network: “Cittadini con tutta me stessa mi sono impegnata mettendo al servizio del confronto le vostre problematiche e la possibilità di intervenire. Ma la libertà di azione è minima poiché, per la legge, il sindaco è libero di revocare in giunta chiunque. Ma quando si procede ad eliminare la persona che più rappresenta il cittadino ed evidenzia fortemente la necessità di confronto per poter meglio lavorare purtroppo non è possibile fare la vera politica al servizio del bene comune”.

IL COMMENTO DEI PORTAVOCE DEL M5S – “L’’Amina vagante’, apparsa in questi mesi un’ ‘animula vagula blandula’ (piccola anima smarrita), sarà d’imperio “dimissionata” dal Padre-padrone di una tormentata Giunta. Epilogo inevitabile di una gestione inesperta e superficiale di uno dei settori più delicati dell’Amministrazione cittadina. Mastella sconta la scelta, tutt’altro che obbligata, di affidare gli assessorati in base ad un mero calcolo numerico, relativo al numero dei voti presi.

Che la mensa, su cui l’Ingaldi cade dopo essere stata responsabile o corresponsabile di scelte assurde (che abbiamo raccontato nell’Assemblea pubblica del 17 marzo), fosse uno dei grandi temi della consiliatura era noto. Su di essa, a livello pratico e a livello simbolico, si giocava la discontinuità con l’era Pepe. Si è peggiorato ciò che appariva già pessimo. Un poco invidiabile record che ha molti artefici: il Sindaco, che affida la delega ad un Assessore inesperto e a un Dirigente altrettanto inesperto, l’Assessore, che sdegnosamente rifiuta ogni supporto interno (rompendo subito con la Pedà) ed esterno, favoleggiando, anche in Consiglio, di «complotti» per far fallire il servizio orditi chi sa da chi. Lavarsene le mani appare un gesto incomprensibile oltre che poco coraggioso.

Riteniamo che il martellamento del MoVimento 5 Stelle, sin da settembre 2016, compiutosi con l’Assemblea pubblica di marzo («La mensa è finita»), in cui le pesantissime dichiarazioni delle Pedà hanno fatto emergere tutte le contraddizioni di una gestione confusa e dilettantistica, sia stato un elemento, se non l’elemento decisivo per questo epilogo. Il nostro lavoro, però, non è stato di mera critica, bensì di proposta. Il fine non è mettere in crisi un potere che appare già logoro a meno di un anno dal suo trionfo (esercizio in cui per altro paiono bravissimi anche da soli…), ma trovare soluzioni per il bene dei cittadini.

E ora? La politique politicienne prospetta le solite soluzioni: ‘avanti il prossimo’ (in base ai meri numeri), e ‘che Dio ce la mandi buona’, o ‘proviamo un ‘tecnico’”. Il M5S sfida Mastella, come già fatto nelle settimane scorse, ad una “mossa del cavallo”. Il Sindaco invitò (per altro riprendendo un tema e addirittura delle parole del M5S) a contenere i costi delle Commissioni consiliari, tenendo conto dell’avvenuto dissesto.

Ebbene, diciamo al Sindaco: perché non distribuire le deleghe tra gli Assessorati esistenti, con un risparmio sostanzioso? In tal modo sarebbe possibile, contestualmente, rivedere anche l’assetto delle Commissioni, eliminando quella legata all’Assessorato alla Mobilità (stante la vigenza del comma 1 dell’art. 34 del “Regolamento” che vuole che le Commissioni permanenti siano ‘in numero non inferiore a quello degli Assessorati’). Stiamo parlando di un risparmio stimabile fra i 60 e i 70.000 euro per l’Amministrazione, che moltiplicato per 4 (gli anni della residua consiliatura se resisterà alle sue spinte centrifughe e ai microsismi che la fanno sussultare con preoccupante frequenza) equivarrebbe ad un tesoretto con il quale riattare il Centro comunale di cottura. La città sarebbe grata ad un Sindaco che riduce i costi della politica e destina i soldi risparmiati ad un bene duraturo e necessario per la comunità”.

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